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Da piccola, ancora prima di imparare a mettere insieme vocali e consonanti, sfogliavo le riviste che mia madre raccoglieva, nel porta rivista – appunto -, in salotto. Lo facevo per sentire l’odore di stampato e per avvicinarmi alla sottile arte di sfogliare, proiettandomi nei salotti e negli uffici che mi immaginavo quando mi trovavo ad osservare gli adulti. Crescendo, ho continuato a giocare a “leggere le riviste”: prendevo idee, le ritagliavo e le attaccavo nei raccoglitori, conservavo parole, testi e immagini e davo vita a nuovi pensieri e racconti in collage autoprodotti e conservati nei raccoglitori. E l’appuntamento settimanale in edicola mi emozionava moltissimo: il nuovo e fresco di stampa mi metteva in cuore quella sensazione a metà tra gioia e aspettativa. Quello che qualcuno chiamerebbe friccicorio. Perché vi racconto tutto questo? Perché questo mix di ricordi ed emozioni mi è saltato al cuore quando ho scoperto di Fantastico!, la rivista trimestrale di cultura fondata a marzo 2019 da Alberto bebo Guidetti de Lo Stato Sociale che, con la direzione artistica di Ilenia Adornato, “appaga l’esigenza di sfuggire dalle narrazioni imbruttite presenti sui social”. Insomma quello che sognavo quando, incrociando le gambe, mi mettevo comoda a leggere sul divano.
Ciao Alberto, ciao Ilenia, benvenuti! È fantastico avervi qui nella mia stanza virtuale (scusate, dovevo proprio dirlo!). Ho appena dato uno spoiler sulla vostra rivista – che, tra le altre cose, è ora disponibile su carta -, ma è giusto lasciare a voi le redini. E quindi.. Come nasce una rivista fantastica e che cos’è che vi ispira?
Alberto: «Nasce un po’ per caso, un po’ per sbaglio e soprattutto per incoscienza. Ho pensato che sarebbe stato bello buttare la visione oltre l’orizzonte della newsletter mentre me ne stavo davanti al mare, l’anno scorso. Credevo e credo ancora che un prodotto come un periodico dia la possibilità di avere a disposizione tempo e spazio, che spesso, soprattutto in questo anno, sono la stessa cosa. Avere tra le mani un oggetto che non richiede un consumo immediato ci dà anche la possibilità di utilizzarlo e viverlo in spazi differenti da quelli a cui siamo abituati. Ho rimuginato moltissimo per qualche settimana e poi ho scritto ad Ilenia, che non sentivo da qualche tempo, ma che ricordavo avesse la curiosità e le conoscenze necessarie per – se non completare i 360 gradi della visione – di sicuro assieme arrivare a 270 gradi»
Ilenia: «Nasce da una proposta di Alberto: “Ho bisogno di qualcuno che vada a completare quello che artisticamente io non vedo”, mi dice. Io non so se quel qualcuno ero io, ma è stato bello dire “Sì, ci sono, smezziamoci la direzione editoriale di questa cosa che non sappiamo dove andrà”. Siamo migliorati molto in questo anno e mezzo. Abbiamo corretto refusi, incastrato contenuti, contattato centinaia di persone. Abbiamo sbagliato, ci siamo venuti incontro e siamo andati incontro ai collaboratori della rivista. Cerchiamo di migliorarci sempre, di oliare i meccanismi che ci appaiono più complessi. Tutta la redazione di F! ha due caratteristiche: la testa dura e il coraggio enorme di tuffarsi in cose che richiedono cura e tempo. Ci ispirano le parole e le persone che fanno cose belle. Ci ispira l’entusiasmo. Circondarsi di persone entusiaste è la marcia in più per ogni progetto».
Fantastico! si propone come un rallentatore in un tempo troppo rapido. Come si fa oggi ad emozionare i lettori, nel mondo digitale così ricco di stimoli?
Alberto: «Come si fa ad emozionare gli altri non lo so, malgrado i dieci anni di palchi e dischi con Lo Stato Sociale. Posso, ancora oggi, immaginare che lì fuori - da un palmo di mano di distanza in poi – ci siano persone che mi somiglino, che si appassionino di nomi, cose, città, eventualità. Mi faccio sempre molte domande, problematizzo tutto; quando questo tutto passa – l’esame degli interrogativi – allora ho la sufficiente presunzione che quello che mi piace (che ci piace, perché poi tutto questo riguarda anche Ilenia) possa piacere anche a qualcun altro».
Ilenia: «La penso come Alberto, vivo con lo stesso approccio alle cose, alle immagini, alle parole. Non abbiamo una regola. Sappiamo che quello che facciamo richiede tempo e attenzione da parte dei lettori, quindi proviamo a meritarceli. Cerchiamo di essere bravi sui social, con l’aiuto di Arianna. Cerchiamo poi di comporre dei contenuti che ci piacciono molto, lasciando sulla carta solo le parole che meritano di starci. Ci aiuta il fatto che chi scrive i racconti e cura le rubriche e le interviste è bravo, ma davvero».
E posso dire, dal mio occhio modesto, che state facendo davvero un ottimo lavoro. Anche sul lato comunicativo. E, a proposito, come si comunica la cultura su carta e digitale, secondo voi? E che ruolo ha una rivista come F! in un mondo in continuo divenire?
Alberto: «Domanda difficilissima. Potrei dirti che per me non c’è modo diverso dal radicalizzare il discorso, imprimere la propria impronta il più possibile, portare con sé un bagaglio identitario più ampio e complesso possibile, senza negarlo, anzi provando ad esplorarlo anche in fase di comunicazione. La reductio-ad-unum operata dai social network è l’esatta negazione della possibilità che offrono. Quando ho fondato Fantastico! ero nauseato dai social network; ora lo sono ancora, ma credo che sia anche compito nostro “restaurarli”. Colonizzarli? Porsi l’egemonia come obiettivo? Un’egemonia però schizoide, in cui le infinite possibilità sono naturalmente legate tra loro proprio perché parti componenti del reale. Persino i social network che riteniamo più scandalosi andrebbero ripresi in mano, mentre per i media in mano ai colossi dell’industria in cui non possiamo relazionarci se non da clienti, beh: che si fottano e affondino, meglio spendere il proprio denaro dandolo a qualcuno che con tutte le ingenuità del caso, la visione parziale e l’arroganza necessaria in realtà fa un lavoro di emersione di ciò che ritiene di valore».
Ilenia: «Io provo a fare questa cosa nel mio lavoro e poi la riporto su Fantastico!: cerco di comporre una comunicazione il più possibile poetica e autentica e di condividere le mie idee con gli altri, per migliorarle. La comunicazione per me è una questione di differenze, non esiste un algoritmo che funzioni per tutti. Credo che le parole siano uno strumento di precisione e scegliere quelle giuste ci dà un potere enorme, forse il più grande di tutti. La cultura sul digitale si crea facendo cultura, adattandosi al target e impegnandosi a raggiungere più gente possibile, con onestà e coerenza. Non vogliamo che Fantastico! diventi una rivista patinata: vogliamo essere pop. Diffondere la rivista tra tutta gente che non ha mai letto Carver, ma potrebbe amarlo. O magari ha letto un nostro racconto e l’ha detestato, amandone il successivo. Vogliamo che la gente si metta in discussione, apra la testolina, legga. Ieri l’altro leggevo sull’ultimo libro di Annamaria Testa che leggere cambia il cervello, migliora la capacità di scoprire e capire le emozioni: che bomba».
Non potrei essere più d’accordo! Vorrei farvi solo un’ultima domanda, un po’ più personale, ha a che fare con le parole – che sono importanti. Qual è la parola a cui è affezionata la rivista Fantastico.esclamativo?
Alberto: «La visionaria compagnia teatrale dei Rimini Protokoll lavora con quelli che loro definiscono giustamente “the experts of everyday-life”, ovvero non professionisti del mestiere, ma esperti della vita di tutti i giorni. Mi sento di dire che la parola a cui sono più affezionato pensando a F! è proprio “non-professionisti” del settore: collaboro con persone incredibilmente ricche di competenze che non hanno bisogno di alcun attestato di professionismo».
Ilenia: «Non riesco a decidere, ma su due piedi dico “potere”, il potere delle parole di fare e disfare cose incredibili: su Fantastico! ci stiamo provando».
La mia in questo caso è “grazie”: perché avete contribuito ad arricchire questo spazio di emozioni, fondamentali per decelerare, fermarsi e “recuperare il tempo giusto da dedicare alle parole lente”, proprio come scrivete voi. A presto!
P.S.: Qui potere preordinare Fantastico! #3. ACCORRETE!