Ma che vi ha fatto Chiara Ferragni?

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Ci sono molti fenomeni che non mi spiego. E un fenomeno che proprio non riesco a spiegarmi ancora è il perché ci sia un’antipatia fortemente accanita nei confronti di Chiara Ferragni. Dico accanita perché, è vero, non possiamo piacere a tutti, ma un sentiment così negativo dovrebbe pur derivare da qualcosa.

Sarà forse un complesso di Edipo? Chi può dirlo. Insomma, parliamo di un’imprenditrice a tutti gli effetti, con tre società in capo e un posizionamento internazionale abbastanza consolidato – ma chissà che non sia proprio l’aggettivo digitale nella job title a disturbare. Eppure sembra che a Chiara Ferragni venga richiesto, ogni santo giorno, di darci prova di saper leggere, scrivere, pensare con la propria testa, addirittura comunicare e interpretare parti come un’attrice di teatro. Non è infatti la prima serata sul palco dellAriston al Festival di Sanremo 2023 ad aver aizzato il fuoco: di Chiara Ferragni che fa o non fa cose ne parliamo ogni giorno, ovunque.

Questa volta, dall’alto della nostra saggezza in tuttologia, abbiamo rimproverato all’imprenditrice digitale di essersi cimentata male nell’arte dello scrivere una lettera alla se stessa bambina e di non aver fatto abbastanza nell’interpretarla di fronte ai mila italiani – e soprattutto alle mila italiane – che la seguivano in diretta nazionale. Perché tutti noi, esperti di palchi, saremmo disinvolti e performanti sull’Ariston, freschi di corso di public speaking. E c’è sempre una postilla che finisce con “troppo” qualcosa. Troppo ricca, troppo privilegiata, troppo autoreferenziale. Troppo poco impegno, pure. Non capisco, poi, se turbi più l’aver scritto una lettera o l’averla scritta alla Chiara infante e preadolescente. O se turbi invece il non aver fatto un monologo confezionato di rosso, strascinato giù per le scale del primo palco.

Perché se è vero che la forma influenza anche la sostanza, è vero anche che Chiara Ferragni ha portato sul palco la violenza contro le donne: a parole, in mise e anche in fatti, condividendo il palco con quattro attiviste dell’Associazione Donne in Rete – cui Ferragni ha devoluto tutto il suo cachet – che ogni giorno aiutano le donne vittime di violenza nel nostro Paese. Ma, dopotutto, perché dovremmo stare qui a parlarne se a farlo è una cosiddetta privilegiata? Una nata a Cremona, che ha frequentato la Bocconi e ha avuto i soldi per farsi foto e viaggi. Tutte colpe da espiare. Forse più dell’abito-manifesto, della gonna-cage o del nudo urlato senza vergogna. E allora, non sia mai che qualcuna, tra chi mi legge, diventi di successo e pure ricca. Fate attenzione, amiche.

Perché, ancora una volta, se è vero che la forma influenza la sostanza, è anche vero che per cosa stiamo giudicando Chiara Ferragni non ci è dato sapere. O per lo meno, a me non è chiaro se il disturbo è essere imprenditrice, essere ricca o avere successo. E se queste cose siano più un fardello che un premio. Però ecco, io è tutto il giorno che mi chiedo: ma che vi ha fatto Chiara Ferragni?

Elania Zito
Elania Zito

Sono Elania e sono una Digital Communication & PR Strategist. Sono specializzata in comunicazione e linguaggi, in particolare in comunicazione europea e integrazione europea. Racconto l’Europa fuori dalla bolla con la mia newsletter Bubble e il podcast settimanale UEcup!, ho un Dottorato di Ricerca in Studi Politici e lavoro principalmente con Bruxelles. Ho scritto “La comunicazione politica in Italia” e un saggio sulla leadership di Mario Draghi.

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