La strage del naufragio di Cutro a Crotone è una ferita anche europea. Nonostante il dossier migrazioni sia tra quelli sempre al centro dei tavoli di Bruxelles, si discute ancora poco (e male) della necessità di creare canali di accesso sicuri e legali in Europa, oltre che di una missione di ricerca e soccorso europea. È un tema, questo, che si intreccia con le decisioni espresse nelle riunioni del Consiglio europeo dai singoli governi, alcuni di questi affascinati da aspirazioni sovraniste e desiderosi di conquistare blocchi da protagonisti alle prossime elezioni europee del 2024. Ne ho parlato con l’eurodeputata Laura Ferrara (Movimento 5 Stelle), componente della commissione LIBE, e già collega della neoeletta segretaria del PD Elly Schlein, nella mia newsletter Bubble #3 nello spazio ?️TalkToEU.
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Al netto del Piano d’azione dell’Ue sul Mediterraneo centrale proposto dalla Commissione, come si può sbloccare l’attuale impasse tra i governi e lavorare per garantire un arrivo sicuro e legale dei migranti?
All’indomani della tragedia di Cutro, nelle dichiarazioni pubbliche tutte le accuse sono state rivolte principalmente verso l’Europa e gli scafisti. È chiaro che i secondi, che sono solo l’ultimo anello della lunga catena del business legato al traffico dei migranti, esistono perché l’Europa non riesce a fare il suo dovere. Occorre allora organizzare un modello efficiente di gestione dei flussi migratori che investa tutti i Paesi dell’UE e che comprenda la cooperazione con i Paesi terzi, operazioni di ricerca e salvataggio e – come chiediamo da anni – vie legali e sicure di accesso all’UE. Solo offrendo un’alternativa ai trafficanti di esseri umani, potremo sconfiggere alla radice lo sfruttamento e la piaga del business che si nasconde dietro le partenze in mare. È allora su questo che occorrerebbe lavorare in maniera unitaria: dare la possibilità di esercitare il diritto di asilo in modo sicuro. Da tempo in Parlamento europeo chiedo di agire per ottenere vie legali e sicure di accesso per i richiedenti asilo. Così come ho lavorato, in qualità di relatrice, alla riforma del Regolamento sulle procedure per l’esame di domanda d’asilo. Ma nel corso dei lavori gli sforzi per addivenire a una soluzione europea hanno trovato più volte veti di governi di determinati Paesi, Ungheria e Polonia in primis.
Quanto può pesare “l’Europa della solidarietà” in vista delle elezioni del 2024, considerati gli attuali protagonismi sovranisti?
Stiamo in effetti assistendo al riemergere di forti spinte protezionistiche e di chiusura e alla riaffermazione delle sovranità nazionali, così come alla messa in discussione dei diritti fondamentali e dei fondamenti della democrazia. Io credo che i valori fondanti della stessa Unione europea siano un valido antidoto a tali tendenze. Le proposte che tutte le forze politiche, di tutti i 27 Paesi membri in vista delle prossime elezioni, devono riaffermare per la necessità di un’Unione credibile e coerente con i suoi principi. L’Unione ha offerto risposte importanti e unitarie in momenti di forte crisi, in cui la sua tenuta è stata messa a dura prova. Penso alla straordinarietà del Next Generation Eu: per la prima volta, i 27 condividono un debito pubblico come risposta alla crisi dovuta alla pandemia e, se ciò è stato possibile, lo è stato proprio per il ruolo di primaria importanza rivestito dal valore della solidarietà. L’affermazione della solidarietà esterna e della solidarietà interna, come valori propri dell’Unione europea, è un pilastro per cui, su ciò, non è possibile arretrare nemmeno di un millimetro.
Le chiedo della vittoria di Schlein. Può generare effetti nel rapporto del PD con il Movimento 5 Stelle su temi comuni, come possono esserlo anche le migrazioni?
Conosco da tempo Elly Schlein, mia ex collega al Parlamento europeo: una donna competente, progressista e femminista. Le auguro di poter portare avanti il rinnovamento necessario al Partito Democratico. Come già ribadito dal presidente Giuseppe Conte, il Movimento 5 stelle è pronto a misurarsi con il nuovo corso del Pd e a farlo partendo da temi concreti. È fondamentale vedere che ruolo avranno i dem sull’affermazione del salario minimo legale a 9 euro lordi l’ora, il reddito di cittadinanza, il non invio delle armi per cercare una conferenza di pace. Certamente il PD guidato da Elly Schlein può essere un interlocutore per i prossimi appuntamenti elettorali, ma dovrà dimostrare con i fatti di aver intrapreso la strada del rinnovamento.