
Vorrei davvero raccontarvi la storia di com’è nato elaniazito.com e Zita, punto e a capo. Ma il fatto è che non c’è una storia vera e propria. Ho aperto il blog più o meno quando capii – con amara tristezza – che non avrei avuto più indietro il mio myspace. Non ricordo se sia stato in una notte buia e tempestosa (ma è probabile, perché le idee mi vengono sempre di notte) fatto sta che ho deciso di aprire elaniazito.com in quello che all’epoca era ancora una embrionale estensione wordpress.com. All’inizio ci ho buttato dentro di tutto: una biografia lunghissima (che non so chi mai abbia avuto la forza di leggere), storie di vita universitaria e storie di vita romana. Ma, dopo averci riversato aneddoti e critiche al mondo crudele, a un certo punto della mia vita mi sono annoiata e ho parcheggiato elaniazito.com nel web. Lì, da solo, abbandonato nella serp di Google.
Poi, quando ho capito che anche io potevo fare la mia parte nel web, ho deciso che era giunto il momento di darmi un tono e dare un senso a elaniazito.com. Così è nato Zita, punto e a capo, sulla Laurentina. Un blog nato sulla Laurentina, nella vecchia Lancia Y (che tante ne ha viste) della mia amica Giuls – con 40° all’ombra di un pomeriggio di luglio di un probabile 2014 – e sotto il giudizio severo dei suoi ricci. Ecco, Zita, punto e a capo non è nato bevendo cocktail e mangiando olive sulle terrazze più ambite di Roma, ma almeno è nato circondato da persone che l’hanno sempre voluto bene (e dagli scarichi delle marmitte).
Oggi Zita, punto e a capo rinasce come l’araba fenice e diventa un blog per tutti, influencer e non, politicanti e astemi, uomini e donne (W le ovaie!) principalmente per dare consigli su come sopravvivere nel vasto mondo dell’online e tra le insidie della vita vera, quella in cui ti svegli alle 7 del mattino e nella corsa a bus/metro/tram hai già bruciato la colazione.
L’idea di partenza è questa. Ma in nuove notti buie e tempestose potrebbero nascere nuove rubriche, newsletter e chissà cos’altro potrebbe suggerirmi la mia mente. Non posso fare promesse adesso, ma quello che posso promettere è che le prossime idee le farò nascere di fronte a un cocktail o a un bicchiere di vino. Questo – il minimo almeno – lo devo a Zita, punto e a capo.